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Antonio Pelliccia,  Voci d’incanto, d’esilio e di rimpianto, pagg 134, € 16,90, Collana Lego/poesia, ISBN 978-88-97364-85-6

Una trama nostalgica, intensa e vibrante, colora i versi di sentita passione. Il passato, non più luogo di ricordi e rimpianti, illumina il presente ed evoca la benefica forza consolatrice del vissuto. L’universo poetico coglie una bellezza che penetra i paesaggi interiori in sintonia con la Natura e il suo eterno scandire giorni e stagioni. Il Poeta restituisce con voce genuina la propria visione della vita e la poesia è occasione di pacificazione con il mondo.

Poesie di un amore descritto con l’allegria dell’innamoramento, figure colme di grazia elegiaca e attese con l’aroma del desiderio si alternano a liriche dense di struggente pathos per la perdita, o la lontananza, dell’oggetto amato.

Nei versi dedicati al sociale si manifesta una estraneità al presente di cui si nominano le storture.

La forma poetica è sempre nitida: scorrevole anche nei preziosismi del verso e della lingua capaci di instaurare un gioco di transiti che richiama la partecipazione sentita di chi legge.

Antonio Pelliccia, pediatra , ha diretto per molti anni una divisione di Pediatria a Napoli. Ha pubblicato tante sillogi. Le più recenti sono: “Tra il dare e l’avere”, “Nella mia sera” e “Diario di Primavera”.

Disponibile dal 31 Gennaio 2014 in tutte le librerie. Leggi l’Anteprima

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LeNegazioni25kNucleo Negazioni, Le negazioni, trentasei pezzi, Poesia, ISBN 9788897364665, € 12,00

Diciotto autori, trentasei poesie che provengono dal margine scorbutico che si colloca oltre i rigetti di una società guidata da parole meccaniche ripetute come un mantra del comando, oltre la nitida e funesta cristallizzazione di un sapere unico indotto.

Le Negazioni respingono ogni status quo generato da pensieri stereotipati. Sono schiaffi a una morale preconfezionata, un caldo abbraccio a nuove passioni e la ricerca di eversivi e sperimentali modi di considerare le cose.

Queste poesie negano l’evidente perché l’evidente è la messinscena di sadici pupazzi che reggono un mondo allo sbando.

La raccolta è un percorso poetico fatto di intemperanze acerebrali, di lirismo materiato da esperienze concrete d’ogni giorno, di ripetitività cadenzate e radenti la follia, di contrasti violenti, di passioni equivoche attraversate da un afflato, nonostante l’acredine gridata, di profondo abbandono: il mondo è corrotto e contaminato, abitato da “animali ansiogeni”, spetta al poeta ripulirlo col suo canto.

Ma perché questo sia efficace occorre che la poesia smetta la classica verginità eterea, affondi nella melma, si sviluppi tra i miasmi e solo a questo punto liberi tutta la sua forza catartica.

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Con Colorando l’infinito Matteo Amodeo, uno dei più giovani autori del panorama poetico contemporaneo, prosegue il percorso artistico e letterario, e umano, avviato con l’Opera che lo ha visto finalista al Premio Camaiore Proposta: E i mari e le poesie (Nulla die 2011).

Un cammino ideale nel quale il lettore è continuamente chiamato a cimentarsi per scoprirsi e per rivelarsi, ma anche per nascondersi, agli occhi di un mondo distratto eppure famelico di attenzioni non dovute.
Ambiziosa fin dal titolo, la silloge comprende più di ottanta componimenti. La poesia, questa temeraria, sembra si sia raccolta in se stessa per crescere di intensità, come un temporale che si addensa in tempesta, e sfolgorare tutti gli strumenti di cui l’ars poetica, come e più della retorica, dispone. Similitudini, metafore, ossimori, sineddoche svolgono qui la funzione precisa, ma difficilissima, di illuminare la densa nuvolaglia che sovrasta il sentire, conflitti sentimentali profondi che mai un linguaggio normale riuscirebbe a partecipare al lettore.

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Gianni Gardon, Pinguini di carta, Poesia, ISBN 9788897364535, € 11,00 

In Pinguini di carta l’ispirazione non vola alta, anzi s’aggira tra le infinite cose quotidiane che sfiora con sentimenti leggeri, magari pure tristi ma di una tristezza evanescente. Domina il dialogo con l’altra assente, condotto con un Tu che richiama alla memoria il sapore amaro e ironico del “talvolta” di Quasimodo. Più si legge e più ci si sente avvolti da questo ritmo pacato, che non rimprovera nessuno. Da leggere, rileggere e assaporare un giorno dopo l’altro.

Gianni Gardon, giornalista del Guerin sportivo e poliedrico conduttore di Yastaradio.com, per Nulla die ha pubblicato nel 2011 il romanzo Verrà il tempo per noi con il quale è giunto finalista al premio Angelo Musco. Al momento ha in preparazione un saggio e un’Opera narrativa.

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Matteo Amodeo, Le stanze dell’anima, Poesia, ISBN 9788897364573, pagg 144 € 15,00

Il “per sempre” non esiste, l’eternità sì.

Certezze e illusioni irrompono frenetiche a riempire Le stanze dell’anima.
La poesia, patria eterna dell’amore, esalta qui tutta la sua nostalgia e, come un lontano canto Avalon, risveglia l’emozione dell’indicibile. Rivela il segreto moto della vita, l’andirivieni degli amanti che s’incontrano e si separano silenziosi. Annuncia il corpo, il desiderio, la mente, l’inizio e la fine di gioie e dolori. E celebra l’amore sensuale, platonico, innocente; il suo slancio primordiale, la sua audacia.
Matteo Amodeo, già autore di E i mari e le poesie (Nulla die 2011) e di Colorando l’infinito (Nulla die 2012), è alla sua terza pubblicazione. Il suo poliedrico interesse per gli aspetti dell’animo umano, come il corso di un fiume verso lo sconosciuto, con il suo linguaggio sempre di-verso, conquista qui l’invalicabile.

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Periferie, di Antonella Santarelli,
ISBN 9788897364009 e.book € 4,80

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Periferie, luoghi dannati come scabrosi stati dell’animo da
cui è possibile risollevarsi.

Esistenze tormentate e passioni irriverenti che l’autrice ci
svela senza compiacersene.

Versi  in sintonia con chi non ha paura di mostrare i lati peggiori dell’animo, come mondi a perdere che pur bisogna conoscere e amare.

Antonella Santarelli vive a Piazza Armerina ed è tra le vincitrici del Premio Nazionale Scrivere Donna 2010.

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Guida a Milano invisibile, di Tina Caramanico € 7,00 sul vostro store preferito, nella vostra libreria di fiducia o presso di noi

Guida a Milano invisibile anteprima

Tina Caramanico, originaria di Taranto, vive ad Abbiategrasso, in provincia di Milano. Laureata in Lettere, insegna da circa vent’anni nella scuola secondaria superiore.

È sposata e ha due figlie. Lettrice appassionata e onnivora, ha una particolare predilezione per il noir e il fantastico che – insieme alla poesia – sono i generi da lei più praticati anche come autrice.

Scrive da sempre, ma solo nel 2010 ha iniziato a far circolare e a pubblicare alcuni suoi testi su antologie e siti di letteratura. Questa è la sua opera prima.

Queste poesie, scritte dal 1990 in poi, sono dedicate a quelli che vivono a Milano o in qualsiasi altra grande città senza riuscire a mettervi radici, a quelli che vorrebbero amore e restano soli, ai tanti che cercano il senso dietro la comune fatica di vivere, a quelli che sognano di andare via e invece devono restare, e ai pochi che, per qualche raro momento fuggevole, riescono a trovare ciò che cercano, forse in sogno, forse per un’allucinazione, forse per un miracolo del tutto inatteso, e immeritato.

Euro 7,00 ISBN 978-88-97364-02-

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Nadia Rita Puccio, Di Radura in Radura, pagg 88, Euro 11,00 ISBN 9788897364146

Versi capaci di correre lontano dalle intemperie del mondo borghese per riportarci a casa, sani e salvi.
Di Radura in Radura è una silloge dedicata alla natura. Una natura che esulta e della quale l’autrice coglie l’armonia e la forza. C’è il gorgheggio, l’onda, la pioggia, il temporale che scroscia, il trifoglio che brulica, il tempo antenato e quello che verrà, il pensiero, la luce, il dolore universale. E c’è l’immenso amore per la vita che risorge  con l’ausilio della Poesia.
Nadia Rita Puccio nasce nel 1980 a Palermo, dove vive tuttora. Come illustratrice e pittrice collabora con scrittori, registi e sceneggiatori. Con questa silloge è alla sua prima pubblicazione a stampa.

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Luigi Panzardi, Passioni e poesie, 978-88-97364-17-7, € 13,50, pagg. 116

Le città! Sterminati teatri pullulanti di attori: noi uomini sempre più urbanizzati, recitanti nei grandi supermercati e negli immensi com­plessi industriali la sceneggiata tragicomica dell’esistenza.

Ci rappresentiamo su di una superficie tagliata da asfalti stretti, larghi, filamenti di ragnatela, formicolanti tra case, edifici, catte­drali, tutti sinonimi di tana, rifugio caldo e sicuro. Città sofferenti, profanate dai venti, devastate dal fango delle frane, oppure fe­staiole per le ricorrenze civili e religiose.

Questa poesia è raccolta dalla polpa urbana, dagli intrighi, dis­sensi e incomprensioni, pacificazioni e vittorie dell’essere parte della comunità cittadina, degli uomini creatori e attori di socialità.

Si veste spesso della metrica tradizionale (i numerosi sonetti che la compongono) estraendo dalla dolce antichità dell’endecasilla­bo, aromi e ritmi che rimodella sulle sonorità molteplici e frenetiche di oggi.

Poesia sociale dunque non misterioso simulacro introspettivo.

Luigi Panzardi, poeta di lunga esperienza, dirige per Nul­la die la sezione Poesia.

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Lorenzo Semprini, Sull’orlo dell’abisso, pagg 54, Euro 10,00 ISBN: 978-88-97364-22-1

Tutto è feticcio.

Ogni oggetto, essendo esterno a noi, dobbiamo vestirlo di suggestioni perché riesca a comunicare con noi. Che queste suggestioni siano già codificate nelle convenzioni della rappresentazione sociale, non significa che non vi sia molto spazio per le proiezioni individuali.

Noi praticamente scriviamo sulle cose altre da noi. Però è una scrittura criptata e non sappiamo rileggerla, nemmeno un attimo dopo che l’abbiamo scritta. Ma il messaggio rimane comunque lì, ben stampato a grandi lettere, ormai fuori di noi. È il mistero dell’esperienza. È per questo che ci confondiamo di continuo.

Di certe cose si fatica a scrivere, ma a certi crocevia della vita, per quanto si volga il capo dall’altra parte, alla fine ci si arriva per forza: allora si deve guardare diritto, poche storie.

Lorenzo Semprini, romano, si occupa per lavoro di contabilità e finanza. Per passione, però, si dedica a poesia, letteratura, filosofia e teatro. Sull’orlo dell’abisso segna il suo debutto poetico in Nulla die

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